fbpx

Il vino è una bevanda dalla storia millenaria e non sorprende sia circondata da storie e leggende tramandate di generazione in generazione che ancora oggi affascinano l’immaginario collettivo.

In alcune culture il vino era considerato una bevanda magica dai poteri speciali, veniva usato in riti cerimoniali e si credeva potesse servire per mettersi in contatto con le divinità.

Siete curiosi di sapere i miti che si celano dietro il nettare degli dèi?

Facciamo un viaggio tra le 6 leggende sul vino più note che spaziano tra sacro e profano, alla scoperta dei misteri che avvolgono questo delizioso elisir e della nascita di alcuni vini italiani.

La leggenda del dio del vino Dioniso

La più antica e anche più conosciuta leggenda sul vino arriva dalla mitologia greca. Per i Greci il dio del vino, delle feste e della viticoltura è Dioniso (Bacco per i Romani), noto per il suo potere di far crescere i grappoli più succosi e per trasformare l’uva in vino.

Figlio di Zeus e della mortale Semele, si narra che scoprì il segreto della viticoltura e viaggiò per il mondo insegnando agli uomini la conoscenza dell’arte di fare il vino e di come coltivare la vite.

Si dice che il Vino di Dioniso esista in qualche angolo remoto del mondo, custodito da un enologo appassionato o da qualche vecchio contadino.

Una delle storie più affascinanti su questa divinità riguarda il suo incontro con il re Licurgo di Tracia. Il re, temendo il potere seducente del vino, cercò di bandire il culto di Dioniso. Così il dio scatenò la sua vendetta facendo impazzire Licurgo. Solo quando il re si rese conto del suo errore e riconobbe Dioniso come il vero dio, il suo tormento finì.

Un’altra storia che sottolinea l’aspetto benevolo del dio del vino, che oltre al senso di ebbrezza e liberazione, offre amore e protezione, riguarda il suo matrimonio con Arianna, figlia del re Minosse di Creta. Dioniso affascinato dalla sua bellezza, la sposò e le regalò una corona d’oro, che alla sua morte fu trasformata nella costellazione della Corona Boreale. La loro unione è simbolo di amore e fertilità.

La leggenda dell’Aglianico

Uno dei vitigni simbolo della Campania è l’Aglianico. Si tratta di un vitigno vulcanico dal quale nascono vini di qualità di colore rosso rubino, le cui origini sono avvolte dal mistero. Secondo la mitologia greca, l’Aglianico sarebbe il discendente dell’Ellenico, il “rosso vino di miele” che Ulisse offrì a Polifemo in cambio della sua ospitalità.

Secondo un’altra teoria il nome deriva dall’antica polis Ellea, una cittadina che sorgeva sulla costa campana. Altre ipotesi fanno risalire il termine alla gens Allia, un’antica famiglia romana che possedeva numerosi vitigni.

Il vino delle fate

Questa leggenda sul vino si riferisce alla regione di Saint-Émilion, in Francia. Si racconta che in una notte di luna piena le fate danzino tra i vigneti e versino qualche goccia di vino magico sulle viti. Il vino prodotto da questi vigneti avrebbe infatti proprietà straordinarie e sarebbe considerato particolarmente pregiato.

Il miracolo di Cana

Ne avete sicuramente sentito parlare o avete avuto il piacere di ammirarle nel quadro esposto al museo del Louvre di Parigi. Stiamo parlando delle nozze di Cana, dove si è compiuto uno dei miracoli più conosciuti di Gesù, il primo, quello della trasformazione dell’acqua in vino, descritto nel Vangelo secondo Giovanni.

Secondo la storia, durante una festa di matrimonio a Cana di Galilea, il vino non era sufficiente e dato che gli sposi non avevano soldi per comprarne di più, Maria informo Gesù della mancanza del vino. Allora Gesù diede l’ordine ai servitori di riempire d’acqua delle anfore che poi trasformò in vino.

Questo miracolo salvò sia la festa, in quanto la gioia altrimenti si sarebbe trasformata in amarezza e vergogna, e sia simboleggiò la nuova alleanza tra Dio e l’umanità, con il vino che rappresenta il sangue di Cristo.

Il culto di Osiride

Secondo la mitologia egizia, Osiride è la divinità associata al vino. L’uva e il vino nella cultura egizia simboleggiavano la rinascita e l’immortalità. Osiride è il figlio del dio della Terra e della dea Cielo. L’amore tra i due era così forte che risultavano inseparabili, rendendo impossibile la nascita dei loro figli. Così il padre decise di dividerli e nacquero quattro figli, tra cui Osiride. Il suo compito fu quello di popolare la terra rifornendola del necessario per vivere. Osiride donò agli uomini la vite e il vino, per questo fu subito amato e venerato dal popolo.

Secondo la leggenda, il fratello Seth lo uccise e Iside lo riportò in vita utilizzando il vino.

Anche su un’altra figura storica come quella di Cleopatra aleggia una leggenda sul vino. Pare che l’ultima regina dell’Egitto usasse il vino, oltre che come bevanda, come strumento di seduzione e potere. Infatti, secondo la leggenda, Cleopatra per dimostrare il suo amore per Marco Antonio sciolse una perla preziosa in un calice di vino e lo bevve. Questo gesto simbolico era la prova che riusciva a trasformare qualcosa di prezioso in atto di devozione.

Barolo, il re dei vini

Si deve ai Marchesi Falletti, all’enologo francese Louis Oudart e al conte Camillo Benso di Cavour la nascita del vino Barolo. La famiglia dei Falletti era proprietaria di terreni nel comune di Alba (Cuneo). Il marchese Carlo Falletti sposò Juliette Colbert de Maulevrier, pronipote del ministro delle finanze di Luigi XIV di Francia. Quando lui morì, nel 1838, Juliette ereditò le proprietà terriere e chiamò il grande enologo francese Louis Oudart. Egli applicò le tecniche usate per i grandi vini francesi dando vita a quello che è divenuto uno dei vini più famosi in tutto il mondo.

Anche il re Carlo Alberto di Savoia mostrò interesse per questo vino e così la marchesa inviò al re 325 carri contenenti ciascuno una botte di Barolo, in modo che il re e la sua corte potessero ogni giorno gustare il vino. Per questo alla corte di Torino il Barolo venne definito “vino dei re, re dei vini”.

Ora che sapete che il vino è molto più di una semplice bevanda, che dietro ogni calice si nascondono storie e tradizioni, tra mito e realtà, siamo certi che ogni volta che gusterete un bicchiere di vino penserete che state assaporando un pezzo di storia.

Noi delle Cantine di Dolianova cerchiamo di trasmettere in ogni bottiglia l’amore per la terra, la passione per la vigna, l’impegno a migliorare sempre cercando di produrre un vino di qualità superiore. Oggi, come più di 70 anni fa, lavoriamo per dare a chi ama le nostre etichette tutta la qualità dei migliori vitigni sardi, con la saggezza di un territorio che ha 3.000 anni di tradizione vitivinicola alle spalle.

Pin It on Pinterest

Share This