Sicuramente avrete sentito parlare del vino d’annata, ma sapete realmente cosa significa questo termine e quali sfumature racchiude?
In questo articolo, esploreremo il significato di vino d’annata, vedremo in quali casi è obbligatorio riportare tale indicazione in etichetta ed infine scopriremo come gustarne al meglio un buon bicchiere. Buona lettura!
Vino d’annata: significato
Il termine vino d’annata si riferisce a un vino prodotto principalmente (solitamente per almeno l’85%) con uve raccolte nel corso dello stesso anno. Ogni annata ha le sue peculiarità, determinate da condizioni climatiche e atmosferiche, dal terreno o ancora dalle diverse pratiche agricole adottate durante la crescita delle viti.
L’annata di un vino può avere un impatto significativo sul suo carattere e sulla sua qualità complessiva. Le condizioni climatiche durante la crescita delle uve ne influenzano la maturazione, il contenuto zuccherino, l’acidità e diversi altri fattori che contribuiscono al profilo sensoriale del vino, come la persistenza del sorso, la nitidezza, la complessità e via dicendo.
Un’annata eccezionale, o grande annata, può produrre un vino di qualità; al contrario, un’annata meno favorevole può portare a vini mediocri o in generale meno apprezzabili.
I vini d’annata, dunque, riflettono spesso le caratteristiche specifiche dell’annata in cui sono stati prodotti. Il profilo aromatico, il gusto e la struttura possono variare da annata ad annata, offrendo una gamma di esperienze sensoriali diverse. I vini d’annata di qualità possono sviluppare nel tempo sfumature e sfaccettature più interessanti, migliorando con l’invecchiamento.
Differenza fra vino riserva e vino d’annata
Prima di proseguire, chiariamo subito un punto che potrebbe creare confusione ai meno esperti in materia di enologia: la differenza fra il vino riserva ed il vino di annata.
Vino riserva
- Il vino riserva è un termine che può variare in base alle leggi e alle normative specifiche di ogni regione vinicola. Di solito, indica un vino che è stato invecchiato per un periodo di tempo più lungo rispetto al normale periodo di invecchiamento.
- Il termine riserva viene spesso utilizzato per indicare una qualità superiore o eccezionale del vino. Può significare che il vino è stato prodotto con uve selezionate o con particolare cura nella vinificazione.
- Il periodo di invecchiamento richiesto per un vino di riserva può variare da paese a paese. Ad esempio, in Italia, un vino rosso di riserva deve essere invecchiato per almeno 4 anni prima della commercializzazione, di cui almeno 2 anni in bottiglia.
- Tende ad avere una maggiore complessità aromatica e una struttura più robusta rispetto ai vini più giovani.
Vino d’annata
- Come abbiamo detto prima, il significato di vino d’annata è un vino prodotto in un particolare anno di vendemmia, cioè l’anno in cui sono state raccolte le uve.
- L’annata viene spesso indicata sull’etichetta del vino e può essere importante per gli intenditori di vino, poiché l’annata può influenzare le caratteristiche organolettiche del vino.
- L’annata può essere influenzata dalle condizioni climatiche durante la crescita delle uve, e quindi può variare notevolmente da un anno all’altro. Alcuni anni possono essere considerati eccezionali per la qualità delle uve e, di conseguenza, per il vino prodotto.
- Non esistono requisiti specifici in termini di invecchiamento per il vino d’annata. Alcuni vini d’annata possono essere apprezzati giovani e freschi, mentre altri possono migliorare con l’invecchiamento in bottiglia.
In sintesi, il vino riserva si riferisce a un vino invecchiato per un periodo di tempo più lungo, con una qualità superiore o eccezionale, mentre il vino d’annata si riferisce al vino prodotto in un determinato anno di vendemmia, senza alcuna specifica sull’invecchiamento.
L’obbligo di indicare l’annata del vino in etichetta: quando si applica?
Quando il disciplinare di produzione lo prevede, indicare l’annata del vino in etichetta è obbligatorio per i vini DOCG, DOC e IGP nei quali almeno l’85% dell’uva è stata vendemmiata nel corso dello stesso anno.
Nel caso invece dei cosiddetti vini varietali, indicare l’annata del vino (sempre a patto che almeno l’85% delle uve siano state vendemmiate nel corso della stessa annata) è facoltativo. Saranno dunque i singoli produttori a prendere una decisione al riguardo.
Vi sono poi casi in cui segnare l’annata del vino in etichetta è assolutamente vietato. Si tratta dei vini non varietali e privi di denominazione.
Per riassumere, dunque, riportare l’annata in etichetta è spesso obbligatorio per i vini con denominazione d’origine, è facoltativo per i vini varietali ed è proibito per i vini senza denominazione e non varietali.
Come gustare un vino d’annata
Per apprezzare appieno un buon vino d’annata, come per ogni vino, è consigliabile seguire alcuni passaggi. Innanzitutto, osservate attentamente il colore del vino, l’intensità degli aromi e valutate l’aspetto generale. Successivamente, gustatelo lentamente, cercando di individuare le diverse sfumature di sapori e aromi che si sviluppano nel bicchiere.
Un abbinamento appropriato con il cibo può esaltare ulteriormente l’esperienza sensoriale. Infine, prendetevi il tempo per riflettere sul vino e apprezzare la storia e l’impegno che si celano dietro ogni bottiglia.