Il vino passito si ottiene da una vendemmia tardiva delle uve appassite, ossia sottoposte ad una sovra maturazione al fine di aumentarne la concentrazione zuccherina e diminuirne l’acidità .
Il processo di appassimento consente, infatti, all’acqua presente negli acini di evaporare, così da ottenere vini carichi di zuccheri e dotati di profumazione elevata.
Vediamo nel dettaglio come fare il vino passito secondo le varie fasi, dal momento della vendemmia a quello della fermentazione.
Come fare il vino passito: vendemmia e appassimento
La selezione delle uve è un passaggio cruciale per ottenere un vino passito di alta qualità . Dopo di che si eseguono le prime due fasi del processo di produzione del vino passito:
- La prima fase nella vinificazione del passito è la vendemmia, processo che consiste nella raccolta delle uve rigorosamente sane e asciutte, che dovranno essere mantenute intatte e prive di lacerazioni al fine di ottenere un prodotto di buona qualità .
- La seconda fase consiste nell’appassimento dei grappoli, procedura che richiede necessariamente la scelta di vitigni di buona acidità e resistenza per evitare la formazione delle muffe, nonché una buona aromaticità .
Le tecniche di appassimento delle uve possono essere:
- Di tipo naturale, processo che consiste nel lasciare i grappoli d’uva per un periodo di tempo prolungato sulla pianta in modo da determinare una maggiore concentrazione di aromi e zuccheri, in maniera molto più marcata rispetto a quanto si ottiene con la vendemmia tardiva.
- O avvenire in modo forzato, ovvero con un sistema specifico di ventilazione che utilizza aria riscaldata intorno ai 30°C con tassi di umidità intorno al 55%-60% per evitare la formazione di muffe e sostanze nocive che rischierebbero di compromettere la qualità del prodotto finale. Rispetto al metodo naturale, questa tecnica consente di ridurre i tempi di appassimento che risultano essere di circa 10 giorni contro gli 80 previsti invece dalla metodologia classica.
Come fare il vino passito: la fermentazione e l’affinamento
La terza e quarta fase del processo di produzione del vino passito sono la fermentazione e l’arresto della fermentazione e l’affinamento.
Il processo di fermentazione di un vino ad alta concentrazione zuccherina può essere particolarmente lento; pertanto, esistono alcune tecniche per bloccarne la maturazione, ottenendo così un prodotto finale più o meno dolce e zuccherino.
Per bloccare la fermentazione del passito è possibile aggiungere alcune sostanze per ridurne la temperatura, come l’anidride solforosa o eliminarne i lieviti responsabili del processo filtrando il mosto.
C’è poi la fase dell’affinamento. Il passaggio nelle botti di legno, al contrario, consente di arricchire le proprietà organolettiche, aumentandone la concentrazione zuccherina e aromatica. Il vino viene affinato per un periodo variabile a seconda del tipo di vino e della cantina. Una volta pronto, il vino viene imbottigliato.
Passito Cantine di Dolianova: caratteristiche organolettiche e tecniche di produzione
Prodotto da uve Moscato, di colore giallo dorato intenso tendente all’ambrato, il Passito – Moscato di Sardegna DOC firmato Cantine di Dolianova ha un profumo ampio e decisamente aromatico, a naso esprime un bouquet di fiori d’acacia passiti, confettura di albicocca, agrumi canditi e dolci note vanigliate e speziate sul finale.
Al palato dolcemente morbido, sontuoso e di gran corpo, il suo sapore esprime una setosa fluidità , mentre una buona sapidità bilancia le sensazioni dolci e offre un lunghissimo finale di frutta secca, albicocca, piccoli frutti tostati e delicate spezie.
La tecnologia di produzione del nostro Passito prevede una macerazione a freddo del pigiato per 12 ore e successiva pressatura soffice.
Il mosto fiore viene fatto decantare a freddo e la frazione pulita avviata alla fermentazione condotta da lieviti selezionati a una temperatura di 12°C.
Il Passito Cantine di Dolianova è un vino che offre le sue migliori potenzialità a partire dai tre anni dalla vendemmia e che mantiene le sue qualità organolettiche per molti anni.
Perfetto come vino ideale a fine pasto in abbinamento a dolci secchi, si degusta alla temperatura di servizio di 10°C-12°.
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Come conservare il vino Passito
Non tutti i vini rispettano le stesse regole di conservazione dopo l’apertura. In generale, maggiore è il tasso alcolico e la concentrazione di zuccheri, più a lungo nel tempo si conserva la bottiglia di vino.
Vediamo quali sono le regole per conservare al meglio il vino passito in modo da preservarne le sue proprietà organolettiche e il bouquet aromatico.
Il vino passito, se accuratamente tappato, proprio per i motivi sopra elencati, può conservarsi anche alcune settimane, soprattutto se la sua qualità è elevata, caratteristica che permetterà di mantenerne invariate le proprietà e gli aromi. È necessario conservarlo in locali freschi, asciutti e al riparo dalla luce.
In generale, più la temperatura è ridotta e meno si percepirà la gradazione alcolica e la dolcezza nonché l’aroma caratteristico del vino, mentre all’aumentare della temperatura di servizio tenderanno ad aumentare anche le note aromatiche del passito.
Per conservare al meglio il vino passito è possibile anche mantenerlo in frigorifero dopo l’apertura, avendo cura di disporlo nella parte meno fredda.
È sconsigliato invece conservare i vini passiti in luoghi caldi e a temperatura ambiente per un lungo periodo di tempo, proprio per evitare che i processi ossidativi possano comprometterne le caratteristiche organolettiche.
Il modo migliore per assaporare un buon vino resta sempre quello di degustarlo in compagnia: il Passito Cantine di Dolianova è perfetto come fine pasto o come vino da meditazione.
Conservarlo al meglio ti permetterà di assaporarne la sapidità e di offrire ai tuoi ospiti un lunghissimo finale di frutta secca e delicate spezie che ne rende inconfondibile il suo gusto.