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La bottiglia di spumante accompagna solitamente un momento speciale e memorabile: una festa, la fine dell’anno, la condivisione di una gioia…

Per servirlo in modo corretto ci sono alcune regole da seguire: occorre prestare attenzione alla giusta temperatura di servizio e a quali bicchieri usare, ma anche a come aprirlo e conservarlo.

Ecco una breve guida per sapere come servire lo spumante in maniera impeccabile. Seguite questi semplici consigli per non commettere errori.

Come servire lo spumante: la temperatura

Come gli altri vini, lo spumante soffre gli sbalzi di temperatura e l’esposizione alla luce. Il caldo e l’umidità influiscono negativamente, ma anche tenere il vino in frigorifero per lunghi periodi non va bene.

Per conservare le bottiglie a lungo è necessaria una cantina o un armadio climatizzato specifico, che consente di mantenere una temperatura costante tra i 10° e i 16° C. Se non avete spazio, meglio tenere in casa solo una piccola scorta di vino. L’importante è tenerlo al riparo dalla luce.

Come servire lo spumante? I Vini Spumanti vanno serviti alla temperatura di 6-8°C. Per vini spumanti intendiamo tutti i vini con le bollicine, tra i quali lo Champagne, il Metodo Classico, il Prosecco, ma anche un Moscato Dolce. Cercate di non mettete mai la bottiglia nel congelatore, in quanto una temperatura troppo bassa ne comprometterebbe il gusto, nascondendo note olfattive e di degustazione al palato. Meglio raffreddare la temperatura ricorrendo ad un cestello con il ghiaccio.

Lo Spumante Cáralis Brut nature metodo classico firmato Cantine di Dolianova, 100% Vermentino, dal sapore pieno e suadente, è perfetto per festeggiare un’occasione speciale. Così come anche lo Spumante Brut Chardonnay e il Demi sec, sempre della nostra Linea Top.

Come aprire lo spumante in maniera corretta

Ecco come servire lo spumante in sicurezza in 5 mosse:

  1. Tenete la bottiglia con la mano destra dal fondo.
  2. Aprite la capsula in stagnola e rimuovete con cura la gabbietta, tenendo ben fermo il tappo con il pollice.
  3. Ruotate lentamente la bottiglia. Una volta giunti al punto di distacco del tappo dal collo, piegate leggermente la bottiglia lasciando uscire lentamente l’anidride carbonica in eccesso.
  4. Servite tenendo la bottiglia sempre dal fondo e infine riponetelo nel secchiello.
  5. Brindate e festeggiate in maniera sicura ed elegante con le bottiglie Cáralis e i vini frizzanti firmati Cantine di Dolianova!

Non aprite lo spumante col botto

Come abbiamo visto, ci sono delle regole da seguire per aprire lo spumante. Ma il botto è d’obbligo? Assolutamente no, non è considerato molto educato. Secondo le regole del galateo, non si deve scuotere la bottiglia e neanche far saltare il tappo.

Il botto e il trabocco frizzante sono da evitare; l’apertura, infatti, dovrebbe creare un rumore minimo. Se si vuole spruzzare lo spumante si deve quindi fare il contrario di quanto dice il galateo, e si deve mettere in conto che ne verrà sprecato parecchio.

Quando agitiamo una bottiglia di bollicine creiamo milioni di minuscole bolle di gas. Le bollicine intrappolano nel liquido un po’ del gas che si trova nel collo della bottiglia. Se apriamo subito la bottiglia, la pressione nel collo della bottiglia scende improvvisamente alla pressione atmosferica, le bollicine crescono e il gran volume di gas che fuoriesce provoca il botto e la fuoriuscita del liquido dalla bottiglia (non tutto). Se invece lasciamo la bottiglia ferma per un po’, le bollicine vengono riassorbite e tutto torna normale.

Come sciabolare le bottiglie di spumante?

Sciabolare una bottiglia di vino, spumante, Prosecco o Champagne, è una tecnica che consiste nel tagliare il collo della bottiglia, molto spettacolare ma anche un po’ pericolosa.

Si tratta di una pratica divenuta popolare nella Francia napoleonicaSabrage deriva dal francese “sabre” che significa sciabola. Napoleone e i suoi ufficiali usavano stappare le bottiglie di Champagne con la sciabola per festeggiare le numerose vittorie dell’esercito.

Oggi la tecnica del sabrage è arrivata fino a noi ed è un metodo molto scenografico per stappare le bottiglie di vino, che si è affinato nel corso dei secoli divenendo un vero e proprio cerimoniale. La sciabola che si utilizza ha una lama molto corta e non dispone di una punta. La bottiglia di spumante deve essere molto fredda, l’ideale sarebbe una temperatura tra i 3 e i 6 gradi. Consigliamo di immergerla nel cestello del ghiaccio, anche a testa in giù.

Se volete evitare una gaffe davanti agli invitati, seguite queste dritte per sciabolare lo spumante correttamente:

  1. Rimuovete la carta stagnola che ricopre il tappo.
  2. Allentate la gabbietta di metallo (sarebbe meglio non rimuoverla), spostatela leggermente verso l’alto, lasciando un piccolo spazio tra questa e il tappo di sughero, per poi richiuderla poco sotto il tappo sull’anello.
  3. Stabilite il punto dove la sciabola andrà a colpire il collo della bottiglia. È quello in cui la giuntura dell’anello all’estremità della bottiglia incontra la parte più stretta del collo della stessa.
  4. Tenete ben ferma la bottiglia con una mano, non vicino al collo ma alla sua base, con un’angolatura tra i 30 e i 40 gradi di inclinazione e il tappo rivolto verso l’alto. Assicurati di essere distante dalle persone attorno a te.
  5. Impugnate la sciabola da sommelier con l’altra mano, lento movimento sul collo della bottiglia e poi con decisione assestate un colpo secco dal basso verso l’alto, seguendo il verso del collo della bottiglia.

Non serve forzare, colpite il vetro piano lungo la linea di giunzione verticale delle due metà della bottiglia. Il gioco è fatto, il vostro spumante sarà aperto e potrete brindare!

Se non avete una sciabola a disposizione, potete usare un coltello da cucina affilato e fino, come quello che si usa per sfilettare il pesce, di adeguate dimensioni.

Ricordate che il vino risente di ogni cambiamento di stato repentino, variazioni di temperatura, luce o movimento, per cui quando si apre una bottiglia di spumante è preferibile farlo il più delicatamente possibile. Non esagerate, dunque, con la tecnica del sabrage.

Il bicchiere giusto per lo spumante

I bicchieri, se possibile, vanno tenuti al fresco fino a pochi minuti prima del servizio, prassi che non vale per champagne o spumanti pregiati. Il bicchiere a coppa è indicato per gli spumanti dolci, mentre un calice a tulipano per vini Charmat o metodo Classico.

Fino a qualche tempo fa si usava il flûte per la sua forma affusolata ed elegante, in grado di esaltare il perlage, ovvero le finissime bollicine che salgono dal fondo. Oggi però molti ritengono che penalizzi gli aromi e che quindi siano più indicati il calice a tulipano da vino bianco, o alcuni nuovi calici specificatamente disegnati dai produttori specializzati nei bicchieri da degustazione, che consentono al vino di liberare più generosamente gli aromi.

Sono da preferire bicchieri non colorati e, se non di cristallo, almeno di un vetro sottile e trasparente, liscio, senza incisioni. Anche la pulizia del bicchiere è fondamentale per non rovinare l’effetto scenico delle bollicine.

Un’ultima raccomandazione: aprite lo spumante al momento del consumo. Prima di servirlo, è buona norma versarne un piccolo assaggio per sé, per assicurarsi di non offrire agli ospiti una bottiglia con qualche difetto. Versate in ciascun bicchiere poco più di un dito e lasciate che la spuma scenda.

Se usate un calice a tulipano, aggiungete lentamente un altro dito di vino, se utilizzate il flûte riempite i calici sino a 2/3.

Sboccatura spumante: che cos’è e a cosa serve?

La Sboccatura, traduzione italiana del termine francese Degorgement, tecnicamente consiste nella rimozione del tappo provvisorio e dei residui di lievito dai vini spumanti durante il loro processo di produzione.

La sboccatura dello spumante avviene dopo il remuage quando il deposito si concentra nel collo della bottiglia perché conservata a testa in giù.

Esistono due tecniche con cui viene effettuata la sboccatura:

  1. a la glacée o sboccatura meccanica;
  2. à la volèe o sboccatura manuale, la pratica più antica e oggi poco frequente.

Quella meccanica prevede il congelamento del collo della bottiglia, per cui viene immersa in una soluzione satura di sali a -27°C. Questa operazione oggi viene eseguita da dei nastri trasportatori che portano le bottiglie in posizione verticale verso la zona di congelamento.

Le bottiglie vengono poi ruotate di 180° (fase di raddrizzamento) per far confluire i residui di lievito nel tappo a corona e vengono stappate da appositi congegni meccanici. La pressione contenuta all’interno della bottiglia fa sì che il tappo congelato contenente i residui solidi dovuti alla fermentazione venga espulso o sboccato appunto.

La data di sboccatura

Fino a quando la bottiglia di spumante non viene sboccata, la maturazione e l’invecchiamento del vino è molto lenta per due motivi principali:

  • Man mano che si sviluppa l’anidride carbonica all’interno della bottiglia diminuisce la capacità dell’ossigeno di “ossidare” il vino.
  • La temperatura bassa e l’assenza di luce favoriscono la conservazione corretta del vino.

Quando invece lo spumante viene “sboccato” entra ossigeno per la prima volta dopo mesi e il vino comincia a maturare/invecchiare.

Alcuni Metodo Classico come gli Champagne, possono essere bevuti anche anni dopo la sboccatura. Al contrario, uno Spumante metodo Martinotti è ottimo da consumare entro uno o due anni dalla produzione, dato che vede nella fragranza e vivacità i suoi tratti distintivi.

L’indicazione della data di sboccatura di uno spumante è obbligatoria soltanto per alcune denominazioni come Franciacorta DOCG e Trento DOC. Negli altri casi è facoltativa e la sua presenza aiuta i consumatori a controllare che il vino non resti troppo a lungo sugli scaffali di enoteche e supermercati e a capirne le caratteristiche gustative.

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