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L’impianto di un vigneto è un lavoro che richiede sacrificio, pazienza e dedizione, oltre che esperienza e conoscenza.

La coltura della vite necessita, infatti, di un lungo e meticoloso lavoro che si compone di innumerevoli variabili, a partire dalle esigenze climatiche della pianta fino alla ricerca delle condizioni ideali del terreno affinché essa possa sviluppare al meglio le sue potenzialità.

Vediamo nel dettaglio come si pianta una vigna, dalla scelta e preparazione del suolo fino alla messa a dimora delle giovani viti.

Come si pianta una vigna: l’analisi del terreno

La scelta del terreno è il primo step fondamentale per una coltivazione ottimale delle piante di vite, che richiedono condizioni ottimali di temperatura e la presenza di acqua per assicurare una buona resa produttiva.

A tale scopo, nella valutazione della struttura chimica e fisica del suolo, è necessario preferire i terreni dotati di una buona fertilità e leggerezza che consentano il facile passaggio delle macchine da lavoro, soprattutto in pianura, al fine di ridurre un possibile danneggiamento.

terreni sabbiosi e dotati di una buona leggerezza permettono, infatti, una migliore circolazione dell’acqua e dell’ossigeno, favorendo un rapido aumento della temperatura, che genera un anticipo dell’attività radicale.

Le condizioni ideali di umidità agevolano gli interventi meccanici indispensabili per garantire una buona circolazione dell’acqua e dell’aria, utili a dotare il terreno di una sufficiente materia organica.

Oltre ad una buona struttura che consenta lo sviluppo delle radici e la produzione ottimale delle viti, il suolo individuato per piantare la vigna dovrà essere dotato di una reazione leggermente alcalina, anche se vini pregiati si possono ottenere anche da terreni leggermente acidi, ossia con pH inferiore a 6.

Stabilite le condizioni ideali di temperatura, umidità e permeabilità del terreno, si può dunque procedere a prepararlo per l’impianto delle viti.

Ecco come si pianta una vigna: dalla concimazione di fondo all’impianto delle barbatelle.

Come impiantare un vigneto: le fasi della coltivazione delle viti

Dopo aver individuato il terreno ideale per la coltivazione delle piante di vite, limpianto di un vigneto prosegue essenzialmente attraverso tre fasi:

  1. scasso e vangatura del terreno;
  2. concimazione organica;
  3. impianto delle barbatelle o giovani viti.

Vediamo le singole fasi nel dettaglio, dalla preparazione del terreno alle operazioni di aratura, fino alla costruzione delle spalliere per arrivare alla messa in posa delle piantine.

Scasso e vangatura del terreno

La prima fase della coltivazione della vite prevede la preparazione del terreno allo scasso o vangatura, operazione che richiedere un’analisi chimico-fisica per correggerne alcune caratteristiche, come la presenza di eventuali depressioni che possano causare un ristagno dell’acqua.

Se in pianura è possibile livellare superficialmente il suolo per arginare il problema, in presenza di terreni argillosi è invece più utile procedere con la baulatura, ossia la disposizione del terreno a groppa di cavallo per far defluire le acque stagnanti.

Nei territori collinari, ad alto rischio di erosione, si realizzano invece terrazzamenti più o meno estesi per favorire il passaggio delle macchine da lavoro, mentre lo sgrondo delle acque in eccesso si compie spesso attraverso tubi drenanti posti in profondità.

Le operazioni necessarie a rivoltare la terra arrivano fino a un metro di profondità, l’aratura si esegue sul terreno in tempera, cioè alle giuste condizioni di umidità, soprattutto se si tratta di terreni argillosi.

Ora è il momento di dotare la terra delle sostanze organiche necessarie per la crescita delle piante di vite. Spieghiamo in cosa consiste la concimazione.

Concimazione di fondo

La concimazione di fondo è un’operazione fondamentale per correggere la composizione naturale di potassio, fosforo, magnesio e di tutti gli elementi nutritivi indispensabili al suolo per permettergli di favorire la crescita delle piante di vite.

Come si è detto, un primo passaggio fondamentale è l’analisi del terreno per verificare la reale dotazione di queste sostanze, solo dopo averla eseguita sarà possibile procedere con la concimazione del suolo al fine di migliorarne la composizione nutritiva con l’aggiunta di letame e altre fonti di sostanze organiche.

Dopo la vangatura e la concimazione sarà necessario attendere la primavera successiva allo scasso per piantare le barbatelle, ma prima è indispensabile eseguire alcune fondamentali operazioni, ecco quali sono.

Installazione della struttura per il vigneto

Dopo aver lavorato e preparato il terreno, è il momento di preparare l’impianto, costruendo le spalliere: le giovani viti hanno infatti bisogno di una struttura che le aiuti a crescere e svilupparsi.

La preparazione dell’impianto si suddivide in 6 fasi: la squadratura, il picchettamento, l’ancoraggio, la posa dei pali ed infine la scelta e la stesura dei fili.

Fase 1: la squadratura

La fase di squadratura stabilisce quali saranno i confini dell’impianto e permette di allineare pali e piante in maniera perfetta. Quando si calcola la distanza necessaria fra pali e piante è bene ricordarsi di considerare gli spazi necessari per le manovre dei macchinari.

Fase 2: il picchettamento

Il picchettamento consiste nell’indicare precisamente, con delle astei punti in cui saranno poi messe a dimora le barbatelle. Durante questa fase, inoltre, si conteggerà quante barbatelle e quanti pali dovranno essere utilizzati per il vigneto.

Fase 3: l’ancoraggio

Fissare le ancore all’esterno dei filari è importante per garantire la sicurezza e stabilità del vigneto.

Quando le ancore vengono avvitate al terreno, bisogna ricordarsi di lasciare in superficie la parte superiore: qui si trova un foro in cui scorrerà il filo che dovrà essere fissato al palo di testata.

Fase 4: la posa dei pali

Potrete scegliere fra pali di legno, di cemento o di ferro zincato. Questi dovranno essere inseriti nei punti scelti durante la seconda fase, e posizionati con l’aiuto di una trivella.

Alcuni pali, detti “pali di testata” dovranno essere fissati nella parte esterna del filare, mentre altri pali detti “intermedi” verranno installati nella parte interna.

Fase 5: la scelta dei fili

Così come per i pali, anche nel caso dei fili sarà possibile scegliere fra vari materiali: i fili più utilizzati sono quelli in ferro zincato o in acciaio inox. L’importante è assicurarsi che il filo scelto sia di qualità.

In particolare, dovrete scegliere un “filo portante” dal diametro di circa 3 mm e mezzo ed un “filo portatralci” dal diametro leggermente inferiore, circa 2,7 mm.

Fase 6: la stesura dei fili

Infine, l’ultima fase consiste nella stesura dei fili: è importante che questi siano ben tesi, in modo da creare una struttura resistente e sicura.

Paraffinatura e messa a dimora delle barbatelle

Siamo giunti all’ultima fase del processo per piantare una vigna. La tecnica della paraffinatura delle barbatelle della vite ha rivoluzionato negli ultimi anni i sistemi di messa a dimora, favorendo risultati estremamente soddisfacenti nella crescita delle giovani piante di vite.

In particolare, la paraffina si utilizza per impedire le perdite di acqua formando sulla pianta uno strato impermeabile, particolarmente utile per proteggerla dai rischi di disseccamento.

Le operazioni di paraffinatura consistono nel potare i germogli delle talee di viti selezionandone la parte migliore con due gemme.

Poi si procede con il taglio delle radici a circa 12 o 15 centimetri per collocarle nel terreno; quindi, la parte superiore della pianta viene immersa per 10 centimetri circa nella paraffina alla temperatura di 60°C-70°C.

I moderni metodi di messa a dimora manuale delle barbatelle nei piccoli impianti consistono nel collocare le piante di vite in una piccola buca scavata con la zappa, per poi coprirne le radici.

In alternativa, si collocano le talee di viti con l’aratro lungo il filare aprendo un solco e poi richiudendolo sempre con il badile o con l’aratro stesso.

Per spingere in profondità la barbatella di vite si utilizza talvolta una forcella naturale, oppure è possibile servirsi della forza esercitata dal getto d’acqua di una pompa a pressione per ottenere un foro d’impianto.

Come attrezzatura manuale ci si serve spesso anche di un palo o di una meccanica collegata alla trattrice, strumenti che permettono di praticare fori di circa 6 centimetri di diametro e di 35 centimetri circa di profondità, così da disporre la piantina in modo da effettuare la potatura a pochi centimetri.

Sapere come si pianta una vigna fa comprendere il profondo legame che intercorre fra i grandi vini e il territorio in cui nascono.

L’uomo e la natura intrecciano le proprie storie fino a creare un unicum indissolubile fatto non solo delle caratteristiche fisiche e climatiche del territorio, ma anche della storia, della cultura, delle tradizioni delle popolazioni che abitano quel territorio.

Il Sud-est della Sardegna è una delle parti più assolate dell’isola e qui – in particolare nella regione chiamata Parteolla – nascono i grandi vini delle Cantine di Dolianova. I nostri vigneti si sviluppano principalmente in questo territorio, che comprende i comuni di Dolianova, Serdiana, Donori, Ussana e Soleminis. I vitigni più tipici della tradizione sarda – Cannonau, Monica, Vermentino, Nuragus, Moscato – trovano qui l’habitat ideale per offrire le uve che sono alla base dei nostri vini.

Da oltre 70 anni seguiamo con passione ogni fase del nostro lavoro per dare a chi ama le nostre etichette tutta la qualità dei migliori vitigni sardi!

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