La vendemmia è un processo lungo e complesso che richiede pazienza e dedizione ed una terminologia molto tecnica, a volte di difficile comprensione per i non addetti al settore.
Tuttavia è possibile spiegarne le fasi a tutti in modo semplice a partire dalle caratteristiche della pianta dell’uva fino all’affinamento del vino.
Soprattutto i più piccoli chiedono spesso come faccia l’uva a trasformarsi e a diventare vino, ecco allora come spiegare la vendemmia ai bambini in tutte le sue fasi, raccontandone gli stadi in modo elementare.
Iniziamo dalla pianta, la vite e dal suo frutto, l’uva.
Che cos’è la vite e come è fatta
Partiamo dalla vite perché è da essa che si produce l’uva, che a sua volta è il frutto da cui si ottiene il vino.
La vite è una pianta rampicante formata da un tronco chiamato ceppo formato da rami, detti tralci, dotati a loro volta di foglie a forma di cuore e pelose nella parte inferiore, che prendono il nome di pampini.
L’uva è formata da acini, di forma rotonda o allungata, che contengono all’interno semini detti vinaccioli, e che unendosi formano i grappoli, costituiti a loro volta dai raspi.
I grappoli possono essere di diversi colori a seconda della qualità o della varietà dell’uva mentre le foglie dell’uva, i pampini appunto, sono verdi ma in autunno diventano gialle, rossastre, arancioni e poi marroni.
Nell’esperienza dei bambini i grappoli d’uva sono soltanto gialli e viola ma in realtà è necessario spiegare loro che quando l’uva non è ancora pronta ossia è acerba il suo colore è verde, mentre con la maturazione può diventare gialla, viola o nera. I rami della vite, i tralci, sono invece di colore marrone.
Il colore dell’uva può dipendere dalla tipologia del di vitigno, che viene curato tutto l’anno per ottenere un frutto sano e gustoso.
Cantine di Dolianova privilegiano da sempre la coltivazione dei vitigni più tipici della nostra Isola, le cui origini si perdono nel tempo, capaci di dare uve di qualità eccelsa.
Oltre a questi campioni della viticoltura sarda, Cantine di Dolianova danno spazio anche alla coltivazione di alcuni dei più diffusi vitigni internazionali.
Come spiegare la vendemmia: raccolta, pigiatura e fermentazione
La vendemmia ha inizio quando l’uva è matura al punto giusto, in genere ciò avviene in tre periodi, agosto-settembre, settembre-ottobre, ottobre-novembre e si articola in tre fasi principali: raccolta, pigiatura e fermentazione, vediamo in che cosa consistono e come avvengono.
La raccolta dell’uva: fasi e regole
La vendemmia inizia con la raccolta dell’uva dalle vigne, processo che in passato avveniva a mano ma oggi sempre più si verifica con l’aiuto di macchine che supportano il lavoro dell’uomo scuotendo la vite per farne cadere i grappoli.
La selezione manuale dei grappoli resta comunque il migliore modo di verificare che l’uva sia matura per ottenere un prodotto di qualità, anche se il risultato finale è strettamente legato anche ad altre variabili, come il territorio o il tempo di maturazione del vitigno.
Il legame fra i grandi vini e il territorio in cui nascono è sempre molto profondo: Il Sud-est della Sardegna è una delle parti più assolate dell’isola e qui – in particolare nella regione chiamata Parteolla – nascono i grandi vini delle Cantine di Dolianova.
I nostri vigneti si sviluppano principalmente in questo territorio, che comprende i comuni di Dolianova, Serdiana, Donori, Ussana e Soleminis. I vitigni più tipici della tradizione sarda – Cannonau, Monica, Vermentino, Nuragus, Moscato – trovano qui l’habitat ideale per offrire le uve che sono alla base dei nostri vini.
La raccolta dell’uva non dovrebbe avvenire nelle ore più calde della giornata per evitare le fermentazioni indesiderate, così come è consigliabile mantenere i grappoli interi e fare in modo che essi non si deteriorino facendo trascorrere troppo tempo tra il momento della raccolta e quello della pigiatura.
La pigiatura: come ottenere il mosto
Ora è il momento di portare l’uva in cantina, qui inizia la pigiatura, ossia l’uva può essere spremuta per ottenere il mosto, che viene lasciato fermentare in botti di legno, acciaio o cemento per diventare poi vino da imbottigliare.
La pigiatura è un processo che in passato si realizzava esclusivamente con i piedi all’interno di grossi catini in cui veniva raccolta l’uva e rappresentava una grande festa a cui partecipava tutta la comunità e coinvolgeva adulti e bambini.
Oggi questo processo, così come quello della potatura, viene eseguito con l’ausilio dei macchinari con cui l’uva viene spremuta per ottenere il mosto, che, a sua volta, viene poi filtrato ossia privato di batteri e impurità per poi essere raccolto in grandi tini.
La pigiatura deve essere eseguita in modo delicato ossia dovrà essere soffice affinché non si verifichi un eccessivo deterioramento delle bucce e si ricavi il succo in purezza.
Vinificazione e svinatura
Durante la fase della fermentazione nei catini, detta anche vinificazione, avvengono alcuni processi biochimici che trasformano lo zucchero presente nel mosto in alcool e anidride carbonica.
La fermentazione del mosto avviene per un periodo di circa 7/10 giorni e, nel caso dei vini bianchi, esso subisce un processo di separazione da raspi, bucce e semi, mentre per la produzione dei vini rossi il succo d’uva fermenta insieme ad essi donando così il caratteristico colore e determinandone la componente tannica.
Dopo la vinificazione si passa alla svinatura ossia il vino viene filtrato per essere chiarificato e travasato in contenitori di diversi materiali, in alcuni casi può subire una seconda fermentazione.
All’interno di botti di rovere, contenitori di acciaio o di cemento il vino sviluppa tutte le sue proprietà in tempi differenti, relativamente brevi nel caso dei vini bianchi, che richiedono un minimo invecchiamento o in alcuni casi vengono direttamente imbottigliati e molto più lunghi nel caso dei rossi.
Anche la scelta del contenitore, oltre ai tempi di maturazione, può incidere sulle caratteristiche del vino oltre che sulla sua corposità e gradazione alcolica.
Il processo di invecchiamento consente di proseguire la trasformazione degli zuccheri in alcool e in alcuni casi può prolungarsi anche per otto o dieci anni, dando origine a vini di buona persistenza e intensità.
Come spiegare la vendemmia ai bambini: dalla teoria alla pratica
La vendemmia si può spiegare con semplici parole ma il modo migliore per farla comprendere realmente ai bambini è l’esperienza sul campo.
Nell’ambito della scuola è possibile organizzare vere e proprie visite guidate in vigna e in cantina per permettere ai più piccoli di toccare con mano il processo di lavorazione dell’uva e la raccolta, unendo divertimento e apprendimento.
Il lavoro in vigna è tanto faticoso quanto educativo e può rappresentare un modo esemplare per insegnare ai bambini i valori della dedizione e del sacrificio così come quello della pazienza necessaria per ottenere dei risultati.
Le visite in vigna e in cantina sono un modo originale e semplice per far apprendere il processo della vendemmia ai bambini utilizzando i loro stessi occhi.
Osservando il lavoro dei vignaioli nei campi e divertendosi a riprodurlo in disegni una volta rientrati nelle loro case o a scuola potranno ricordare alcuni fondamentali momenti della vendemmia, memorizzandoli e imparandoli molto più velocemente.
La visita alla cantina è un’esperienza esclusiva, che permette di conoscere da vicino la storia e il territorio.
Scoprire il nostro territorio, visitare la barricaia, l’impianto di imbottigliamento o la nostra enoteca significa conoscere e comprendere meglio l’origine del gusto, dei colori e dei profumi dei nostri vini.
Quella della produzione del vino è una storia per tutti, grandi e piccini, scoprila insieme a Cantine di Dolianova.