Il gusto del vino è un’esperienza multisensoriale, una vera coccola che coinvolge il palato, l’olfatto e persino la vista.
La complessità delle caratteristiche organolettiche del vino, come aromi, sapori e struttura, può essere influenzata da vari fattori: il tipo di uva, il terroir e le pratiche di vinificazione. Ma esiste un elemento, che non tutti conoscono, che può contribuire in modo significativo ad arricchire la complessità e la profondità del gusto del vino: l’utilizzo dei trucioli di legno durante il processo di invecchiamento.
Per la produzione di alcuni vini, infatti, vengono utilizzati i cosiddetti chips o trucioli di legno, cioè piccoli frammenti di legno ottenuti da diverse varietà di pregiati legni europei ed americani, per l’affinamento di vini e liquori.
Ma come utilizzare i trucioli nel vino? A cosa servono? Esistono delle regolamentazioni in merito? Rispondiamo a queste e altre domande insieme per saperne di più sui trucioli nel vino.
Trucioli nel vino: tutto quello che c’è da sapere
Avete per caso sentito anche voi parlare dei trucioli nel vino e volete sapere di più? Siete nell’approfondimento giusto per scoprire nuove curiosità sul mondo del vino.
Vaniglia, chiodi di garofano, tabacco, cuoio, caffè oppure cioccolato… Tutti questi e tanti altri sono i sentori del vino che chiamiamo terziari o note da evoluzione. Si tratta di sensazioni odorose che arrivano direttamente dai legni.
Come abbiamo già accennato, i trucioli di legno infatti sono piccoli frammenti di legno ottenuti da diverse varietà di pregiati legni europei ed americani che vengono scelti per la maturazione del vino e dagli affinamenti dello stesso in bottiglia.
L’impiego di questi chips in botti o direttamente nel vino può migliorare la struttura del vino e conferire nuance aromatiche e tonalità di gusto uniche, come note vanigliate, tostate o speziate, fino a conferire al vino complessità aromatica e organolettica, maggiore struttura, morbidezza e longevità.
L’aromatizzazione del vino con legno, dall’uso di botti fino a trucioli o estratti di legno, è giustificata dalla ricerca di un aroma più marcato, con sentori non tipicamente dell’uva.
L’utilizzo dei trucioli al suo interno rappresenta quindi una tecnica enologica che consente ai produttori di sperimentare e personalizzare il carattere del vino, offrendoci una vasta gamma di esperienze gustative.
Tuttavia, bisogna fare attenzione perché alcuni produttori potrebbero utilizzare l’aggiunta di aromi estranei al vino per coprire eventuali difetti o imperfezioni del vino.
Che tipo di legno si utilizza
Le tipologie di trucioli in commercio sono numerose: si va da pezzi relativamente grossi fino a trucioli dalle dimensioni molto piccole dell’ordine di 0.5 cm di lato o ancora più piccoli. Le dimensioni influiscono sulla dinamica di rilascio dei componenti del legno e su altre caratteristiche finali del vino.
Secondo la regolamentazione, l’unica tipologia di legno utilizzabile è quello di quercia, ovvero piante del genere Quercus.
Il processo produttivo dei trucioli è molto simile a quello utilizzato per ottenere barrique o botti. In generale, dopo la disidratazione naturale del legno, si procede alla tostatura ed infine al taglio per produrre i trucioli.
Il diverso grado di tostatura e la dimensione finale dei trucioli consente di ottenere effetti aromatici e velocità di cessione delle molecole del legno diversi.
Quantità di trucioli nel vino
Le dosi consigliate di trucioli nel vino sono molto variabili a seconda dell’utilizzo che si fa e dei tempi di contatto, ma in generale sui vini si va da 1 a 5 gr/lt (grammi /litro) per un tempo che va da 15 giorni fino a qualche mese. In generale i legni americani raggiungono il risultato ricercato un po’ più in anticipo rispetto ai legni europei.
C’è anche chi decide di trattare una quantità ridotta di prodotto, con dosaggi elevati, per ottenere una percentuale di vino o distillato con caratteristiche molto decise.
La regolamentazione dei trucioli nel vino
Poiché i trucioli hanno un effetto sul profilo chimico e aromatico dei vini, esiste un regolamento che ne controlla l’utilizzo.
Il regolamento comunitario CE 2165/2005 e la modifica successiva riportata nel regolamento n.1507 del 2006 stabilisce infatti che è possibile utilizzare pezzi di legno di quercia nei vini per accelerare il processo d’invecchiamento e simulare l’affinamento in botte o barrique.
I vini invecchiati con sistemi alternativi alla tradizionale botte devono obbligatoriamente contenere in etichetta la dicitura “il prodotto è stato elaborato utilizzando pezzi di legno di quercia”, oltre che informazioni sulla specie botanica usata (solo nell’ambito del genere Quercus) e sull’intensità del trattamento termico (tostatura).
Il Ministero per le politiche agricole ha però emanato un decreto che vieta l’utilizzo dei trucioli di legno nei vini DOC e DOCG, in risposta al Regolamento CE n. 1507/2006 appena visto che ne disciplina l’uso in tutto il territorio della Comunità Europea.
Perciò, possono essere usati solo per vini non a denominazione, quindi sono vini comuni ma non IGP, DOP o DOCG. Per queste altre tipologie, infatti, è consentito l’affinamento utilizzando esclusivamente metodi tradizionali.