Spesso si fa un po’ di confusione quando si parla di vini Doc, Docg, Dop, Igt, vino riserva e altre tipologie di termini classici del vocabolario del vino.
Soprattutto per quanto riguarda il termine riserva, si tende ad utilizzarlo con estrema facilità senza tuttavia rispettare le caratteristiche di questa tipologia di prodotto che, evidentemente, è molto pregiato.
Spesso quando si parla di vini pregiati si utilizzano le parole classico, superiore o riserva. Nonostante ci possano essere delle piccole differenze in virtù del territorio italiano in cui viene utilizzato, solitamente con queste tre parole si ha una certa definizione del prodotto.
Scopriamo allora cosa si intende quando si parla di vino riserva.
Che cosa si intende con vino riserva
Quando un prodotto del settore viticoltore viene etichettato come riserva significa che si tratta di un vino che è stato sottoposto ad un periodo di invecchiamento piuttosto lungo, pari a diversi anni.
Questa sua caratteristica certamente aumenta il suo pregio e il suo gusto, e di conseguenza il prezzo di mercato. Il primo aspetto che deve essere sottolineato è che i vini riserva hanno un periodo di invecchiamento ben superiore a quello previsto per un classico vino di produzione.
Secondo la disciplinare che regola la produzione del vino, per rientrare in determinate categorie e proporlo correttamente ai consumatori, bisogna sottoporlo ad un certo periodo di invecchiamento al quale se ne aggiungerà uno ulteriore per poterlo considerare vino riserva. In particolare, i vini rossi sono sottoposti a un periodo di invecchiamento pari a due anni, mentre i vini bianchi vengono lasciati invecchiare per un anno.
Un altro aspetto importantissimo per quanto riguarda la denominazione di vino riserva riguarda la loro qualità. Infatti, per produrre e proporre sul mercato un vino riserva, è necessario chi si tratti di un prodotto di qualità che disponga di una denominazione d’origine controllata.
Più precisamente, il vino deve essere necessariamente DOC oppure DOCG. Questo significa che per la produzione del vino riserva bisogna rispettare l’invecchiamento per quanto riguarda la durata, ma anche una procedura ben definita dalla disciplinare per la qualità e tutti i vari aspetti.
Tutto questo porta a dire che un vino riserva è certamente un particolare vino pregiato che solitamente si propone con un gusto più intenso e corposo e con un grado alcolico maggiore in virtù dell’ulteriore invecchiamento a cui è sottoposto.
Altro aspetto che si può facilmente desumere, è che il vino riserva è stato ottenuto da un vigneto particolare che si fa apprezzare per le sue caratteristiche uniche e per la capacità di saper donare al cliente che lo acquista un’esperienza organolettica notevole.
Per conoscere meglio questa tipologia di vino, prova il Blasio Cannonau di Sardegna Doc Riserva delle Cantine di Dolianova.
Vino riserva superiore e vino riserva classico
Oltre alle caratteristiche presentate in precedenza, è possibile fare un’ulteriore differenziazione per quanto riguarda i vini riserva.
Esistono infatti altre due tipologie di questo particolare prodotto: il vino riserva superiore o e il vino riserva classico. Nel primo caso, si vuole indicare un vino che dispone di una gradazione alcolica molto superiore a quella solita prevista dalla disciplinare di produzione.
Quindi si sta acquistando un prodotto molto più corposo e certamente più strutturato anche per quanto riguarda la gradazione alcolica, il che è direttamente proporzionale alla durata dell’invecchiamento.
Solitamente per potersi fregiare dell’etichetta di vino riserva superiore è sufficiente anche una gradazione alcolica più alta del solo 0,5% vol. Infine, è necessario anche evidenziare che un vino riserva superiore deve essere ottenuto da vitigni che hanno una resa per ettaro inferiore al 10% rispetto a quanto previsto dalla disciplinare.
Quando si parla di vino riserva classico si intende un prodotto ottenuto con vitigni provenienti dal territorio originale e tradizionale di una produzione di un determinato vino.
In questo caso si ha la certezza di avere un prodotto che è stato realizzato in un determinato territorio con una gradazione alcolica più elevata, un invecchiamento più corposo che permette di avere una struttura organolettica interessante.
Cosa significa Doc e Docg
La Denominazione di Origine Controllata, che nel linguaggio comune viene sintetizzata con la sigla DOC, viene utilizzata per indicare dei vini prodotti con uve raccolte in un determinato territorio. C’è la garanzia per il cliente di acquistare un vino che viene prodotto in una determinata zona presente sul territorio italiano, il che è sinonimo di qualità.
Anche in questo caso esiste una disciplinare sviluppata a livello nazionale e comunitario nella quale vengono indicate delle caratteristiche specifiche che devono essere soddisfatte affinché un vino possa essere definito DOC. Solitamente si tende ad utilizzarlo per tutti quei vini che sono stati per almeno 5 anni con denominazione IGT, ossia Indicazione Geografica Tipica.
Quando un determinato vino mantiene la propria qualità e quindi lo status di vino DOC per almeno 10 anni, può essere preso in considerazione per ottenere un ulteriore attestato di qualità diventando vino DOCG, ossia Denominazione di Origine Controllata e Garantita.
Il passaggio da vino DOC a vino DOCG non è automatico e soprattutto non è scontato. Infatti, il vino deve essere sottoposto ad una serie di analisi che riguardano soprattutto le caratteristiche organolettiche chimiche e fisiche.
Qualora il risultato delle analisi eseguite con metodologie ben definite e soprattutto da grandi esperti del settore sarà possibile valutare o meno la possibilità di conferire il riconoscimento di vino DOCG.
A conferma di quanto articolata questa fase e come sia difficile avere un prodotto di qualità che possa essere vino riserva, c’è da rimarcare che le analisi sulle caratteristiche del vino vengono effettuate sia durante la fase di produzione del vino che nella fase di imbottigliamento.
L’intero processo viene gestito da un’apposita commissione che dovrà assaggiare il prodotto anche per una valutazione sensoriale. Insomma, un prodotto di qualità che viene sottoposto ad attente analisi che riguardano tanti aspetti partendo dalla struttura organolettica e dalla valutazione sensoriale del prodotto fino alla gradazione alcolica e alla durata dell’invecchiamento.
Acquistare un vino riserva superiore oppure classico significa indubbiamente avere a disposizione un prodotto dal grande gusto, adatto per un pubblico esperto e capace di abbinarsi alla perfezione con ampia gamma di piatti a base di carne, di pesce e quant’altro.