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Il vino contiene al suo interno delle componenti fondamentali in grado di caratterizzare il gusto, l’aspetto e il profumo di questa bevanda: sali minerali, vitamine ed oligoelementi danno vita a un vino in grado di deliziare il nostro palato e accompagnare così diversi piatti, dal pesce alla carne, fino ai dolci.

Se anche tu ti stai chiedendo quanti sali minerali ci sono nel vino e quali sono, sei nell’approfondimento giusto. Scopriamo insieme le componenti minerali che si trovano nell’uva e nel vino.

La composizione del vino

Prima di conoscere i segreti dei sali minerali presenti nel vino è necessario capire quali sono le componenti che lo caratterizzano. Quando assaggiamo il vino avvertiamo immediatamente determinati sentori che sembra siano la componente principale, ma c’è molto di più.

I due componenti primari del vino sono l’acqua e l’alcol etilico, mentre un terzo componente è costituito da quella parte di zuccheri rimasti in sospensione e non fermentati, come glucosio e fruttosio.

I polialcoli sono responsabili della morbidezza del vino. I più importanti sono il butilenglicole, il mannitolo e il sorbitolo, tra cui il principale è il glicerolo.

Ci sono poi gli acidi, come l’acido tartarico, l’acido citrico, l’acido malico e l’acido lattico (ed i loro sali) che costituiscono l’acidità fissa del vino.

Ci sono poi i minerali, soprattutto sali del manganese e del calcio, magnesio, rame, ferro e zinco, responsabili di diverse sensazioni sia a livello olfattivo che gustativo nei vini.

Infine, le sostanze coloranti che danno al vino il suo colore sono presenti soprattutto nella buccia degli acini, ma sono diverse per vini bianchi e rossi. Queste sostanze coloranti presenti nel vino appartengono alle famiglie dei flavoni e degli antociani, rispettivamente responsabili della colorazione dei vini bianchi e dei rossi.

Quali sono i sali minerali presenti nel vino

Come abbiamo accennato, tra i componenti fondamentali presenti nel vino ci sono i sali minerali.

Come risultato della fermentazione del mosto d’uva, il vino è composto dalle sostanze proprie dell’uva che si formano durante la fermentazione. In generale, infatti, i sali minerali contenuti nel vino sono gli stessi del mosto, con piccole differenze, anche se nuovi elementi possono apparire in seguito al processo di produzione.

Non solo, i componenti minerali che si trovano nell’uva provengono e dipendono direttamente dal suolo, dai diversi tipi di coltivazione e dal contatto con i materiali di lavorazione. Tutto ciò influenza il contenuto minerale.

In generale, il vino risulterà composto principalmente da sali minerali quali manganese, potassio, calcio, rame, zinco, ferro e magnesio, soprattutto in forma di solfati, fosfati e carbonati.

Concentrazione di sali minerali nel vino

In un vino, mediamente, sono presenti da 1,5 a 3 grammi per litro di sali minerali. Per capire meglio questa proporzione, ricordiamo che le due componenti primarie del vino invece sono l’acqua (tra il 70 e il 90%) e l’alcol etilico (tra il 6 e il 16%).

A cosa servono i sali minerali nel vino

Queste tracce di minerali spesso variabili sono responsabili di diverse sensazioni sia a livello olfattivo che gustativo nei vini, per esempio delle sensazioni di sapidità e salinità che vengono percepite mentre si assapora la bevanda.

Oltre a produrre piacere organolettico, favoriscono l’idratazione, esaltano i sapori di altri alimenti, stimolano l’appetito e le sensazioni gustative. Perciò, i sali del vino sono un buon integratore alimentare.

Sapidità

Sono proprio i sali minerali che ci fanno avvertire quella piacevole sensazione che ci spinge a bere un altro sorso. Non a caso, ormai da qualche tempo, stanno ottenendo successo le sensazioni saline e minerali tra consumatori che cercano sempre di più vini di buona struttura.

Un esempio? Il Montesicci Nasco di Cagliari DOC di Cantine di Dolianova dal sapore pieno e persistente, con una piacevole sapidità e un finale delicatamente mandorlato. È un vino ideale come abbinamento a importanti piatti di mare se degustato giovane, oppure con formaggi di media stagionatura. A distanza di qualche anno dalla vendemmia, inoltre, diventa un ideale compagno di meditazione.

Mineralità

Avete mai sentito parlare di mineralità? Molto spesso un vino viene definito minerale in base al profumo, tuttavia le sostanze minerali sono completamente neutre dal punto di vista olfattivo.

Questo termine è in uso solo da alcuni anni nel mondo del vino e non esiste ancora una definizione specifica, ma si trova in mezzo a un dibattito incentrato sul suo utilizzo.

Da alcuni viene utilizzato per far percepire un legame tra il territorio e gli elementi naturali come tipi di rocce o fossili, ma anche iodio, grafite, selce, silicio e tanto altro. Per altri, invece, un vino minerale altro non è che un vino che mostra una particolare sapidità gustativa.

Un altro esempio è il Sibiola IGT Rosato dal profumo intenso, fresco e fruttato, con sentori ciliegia e dal sapore decisamente fruttato con leggera ma persistente vinosità, molto sapido e morbido. Per questo, è ideale per accompagnare delicati antipasti di terra, risotti, carni bianche in umido o alla griglia.

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